Briscola



Il gioco della Briscola unisce tutte le generazioni. Sin dall’alba del lancio di questo gioco, ha visto sui propri tavoli sfidarsi giocatori di ogni età. Ad oggi, se ci pensate, è facile ripensare a tavolate a cui si è assistito o giocato, in cui vi sono nonni e nipoti insieme, oppure padri e figli. La briscola a quattro, da molti chiamata briscolone (un po’ come lo scopone), offre sempre la possibilità di sfidarsi con altri amici, altre “scuole”. Nel tempo ci si è tramandati la tradizione del gioco, che oggi vede diverse varianti tra cui la Briscola a chiamata semplice, Briscola chiamata il Due (“subito al due”), Briscola chiamata Pazza (o “gingo”), Briscola Scoperta e Briscola a 31. Le regole della Briscola cambiano di poco in queste varianti, che tuttavia trovano in quella “semplice”, quella più utilizzata in assoluto, almeno in Italia.

Quando nasce la Briscola?

Sebbene il suo nome possa far pensare a un nome molto italiano, di quelli che assomigliano ai nomi delle ricette regionali più antiche, il gioco Briscola nasce in realtà nei Paesi Bassi, l’Olande, alla fine del Cinquecento. Dopo diversi anni, è arrivato in Italia per via dei Francesi (è per questo forse che c’è la briscola nel Bridge?) che in Italia hanno regnato per diversi anni e ovviamente oltre a tanta bella architettura e leggi hanno portato anche diversi ingredienti culturali più leggeri come ad esempio questo gioco. Le carte da briscola poi si sono adeguate a quelle regionali, che in italia vedono addirittura 22 versioni. Non ci credete? Provate a cercare “carte da gioco italiane” su Google!